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Il tutto e il niente

Con i suoi 21 anni Vito Ricchiuto è il più giovane autore della scuderia di Les Flaneurs Edizioni. I lineamenti essenziali del vuoto è un ritratto sincero dell’adolescenza, un tempo della vita che è quasi sempre una continua alternanza di gioie e dolori, di situazioni al limite ed emozioni forti. Vito ci offre una prospettiva e lo fa con una scrittura fluida e poetica ma al tempo stesso divertente e incisiva. Scopriamo insieme a lui il suo romanzo.

Come nasce questo libro? 

Prima del libro sono nate le singole poesie: avevo cominciato a scriverle quasi per gioco, ma presto, stimolato dal fatto che venivano apprezzate dalle persone intorno a me, ne composi sempre di più, mettendoci sempre più impegno e più parte di me. Successivamente, con l’idea di pubblicarle in una silloge, decisi di affiancare loro una scarna cornice in prosa, in modo da avere un prodotto più completo, accessibile, e scalfire quell’alone elitario che spesso viene assegnato alla poesia. “I lineamenti essenziali del vuoto” è nato poco dopo, quando quelle poche pagine che avrebbero dovuto contenere solo una narrazione divertente della mia quotidianità di teenager presentavano, in realtà, un urlo di denuncia personale, e richiedevano lo sviluppo di una dimensione romanzesca vera e propria.

A chi si rivolge? 

Il libro è stato scritto proprio con l’obiettivo di poter raggiungere tutti e, per quanto è possibile, interessare tutti: per venire incontro ai più pigri, il discorso è portato avanti in maniere leggera e ironica, mentre contiene anche diversi riferimenti e citazioni per i lettori più smaliziati. Tuttavia, penso che chi potrebbe cogliere meglio i suoi messaggi sono i ragazzi come me, e chi dovrebbe coglierli sono coloro che con noi ragazzi ci lavorano.

Ci sono tratti autobiografici nel tuo libro? 

Il libro parte e parla di ciò che componeva la mia vita fino a qualche anno fa, quindi l’autobiografia è un po’ il suo elemento fondante. Tuttavia tutto è stato sottoposto a filtro letterario, e il protagonista, pur avendo interessi e modo di ragionare simili ai miei, sostiene conclusioni e atteggiamenti completamente diversi; è un po’ un mio fratello minore.

Di cosa parla? Perché la scelta del prosimetro? 

Mi verrebbe da rispondere “di tutto e di niente”, ma forse equivarrebbe a eludere la domanda. Posso dire che alla base del libro c’è il rapporto “osservatore-osservato”, e che lungo la narrazione fanno capolino tutte le cose che possono essere osservate in una quotidiana giornata di scuola. Come ho più o meno anticipato, la scelta del prosimetro in origine doveva essere un modo per riavvicinare la poesia alla realtà agli occhi dei lettori, poi si è autonomamente evoluta in un complesso gioco di equilibri nel rapporto “osservatore-osservato” che ho citato prima.

Cosa hai voluto comunicare? 

Nelle mie intenzioni il libro ha molteplici significati, infatti ho cercato di inserirvi più piani di lettura all’interno. Preferisco non dire quale è il mio messaggio finale; voglio solo aggiungere che, se sono riuscito a scrivere bene, qualche lettore forse riuscirà a trovare una risposta a qualche domanda che lo assillava, o viceversa metterà in discussione una sua certezza. Perché leggere I lineamenti essenziali del vuoto? Prima di tutto, va’ data una possibilità a “I lineamenti essenziali del vuoto” perché è un libro sincero e scritto con impegno. Inoltre, può far divertire, forse riflettere e, soprattutto, può offrire una nuova prospettiva sull’universo e sulla società che ci circonda.

Quali sono i tuoi modelli letterari di riferimento? 

Per la poesia riconosco di aver ricevuto notevoli influenze da parte di Baudelaire e dei simbolisti francesi, gli autori che hanno cominciato a farmi amare il genere; nella prosa adoro i tessuti retorici di Shakespeare, ma soprattutto la maniera latina di costruire le frase, molto lunghe ma allo stesso tempo perfettamente sostenute, lineari e impeccabili: mi sono divertito a imitarli nel libro, dopo tutte le tendenze al frammento novecentesche penso che occorra un ritorno al periodo articolato. Per il resto, più che modelli letterari ho vissuto degli “incontri” letterari: mentre scrivevo alcune sezioni, mi accorgevo di essere entrato nel territorio di un determinato autore, e correvo a leggere o rileggere qualcosa per capire come avrei dovuto rapportarmi con lui; così mi sono trovato ad avere a che fare con Salinger, Calvino, Voltaire, Sartre, Carmelo Bene… e addirittura con Stephen Hawking.

Chi è Vito Ricchiuto? 

Vito Ricchiuto è semplicemente un ragazzo che studia, si vede con gli amici e tenta di realizzare i suoi sogni, come tanti, e che pensa di avere qualcosa che valga la pena di dire agli altri, come tanti. In effetti, fino ad ora, non c’è molto in concreto che mi differenzi particolarmente; consiglierei quindi a tutti di leggere qualche mia pagina prima di darmi retta, per vedere se ne vale davvero la pena.

Cosa pensi di Les Flaneurs Edizioni?

Beh, che dire, personalmente la adoro, perché mi ha dato questa importante e preziosa possibilità. I suoi responsabili sono molto competenti e, cosa che non è da tutti, umani.

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