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A tu per tu con l’autore: Ilaria Palomba, l’appassionata

Conosciamo meglio Ilaria Palomba, autrice di Vuoto, il prossimo volume in uscita nella collana “Elite”, in arrivo nelle librerie e negli store online dal 24 novembre.

Ciao Ilaria, benvenuta sul nostro blog! Raccontaci di te: com’è nato il tuo rapporto con la scrittura?

Da bambina, alle elementari, imparai a scrivere poesie. Ero molto sola, la scrittura fu per me una casa. Molto più tardi ho iniziato a leggere, al liceo; dopo i primi romanzi, Sulla strada e Il pasto nudo, cambiai completamente stile, ho cambiato spesso stile. Ma la vera voce l’ho trovata scrivendo cose autobiografiche, a partire da Disturbi di luminosità (Gaffi).

Sempre a proposito del tuo legame con la scrittura, quali sono i tuoi modelli letterari? E i tuoi “libri-radice”, quelli che si sono rivelati indispensabili nella tua formazione autoriale?

Memorie dal sottosuolo, Il lupo della steppa, L’Ulisse, Le onde, Psicosi delle 4:48, Una donna spezzata, Tropico del capricorno. Sette classici, sette capolavori, il grande amore per il monologo interiore. Adesso direi Alla ricerca del tempo perduto, ma lo sto ancora leggendo, sarebbe fuorviante indicarlo come lettura imprescindibile per la mia formazione, forse potrò farlo tra qualche anno. Un amico, scherzando, dice che a me piacciono solo i “mattoni”. In realtà mi piace una letteratura fatta prevalentemente di pensieri, una letteratura che si pone interrogativi esistenziali, filosofici.

Il tuo percorso di scrittrice oggi ti porta in casa Les Flâneurs Edizioni. Com’è nato il tuo rapporto con la casa editrice, cosa ti ha condotto fin qui?

Un racconto scritto nell’estate 2020 su commissione di Davide Grittani, che cura la collana Dispacci italiani, e mi aveva coinvolta per un racconto sulla Puglia. Si intitola Salento metafisico, ed è la fucina di Vuoto: dopo l’estate decisi di proseguire e a poco a poco prese corpo il libro, forse la cosa più estrema che io abbia scritto.

Il tuo libro si intitola Vuoto ed è un memoir visionario, un viaggio nella psiche della protagonista Iris, una giovane donna che vive alla ricerca dell’intensità. Qual è il tuo “lettore ideale”, chi immagini perdersi fra le pagine di Vuoto?

Gli amanti dei flussi di coscienza, della psicoanalisi, di una letteratura fatta di pensieri, e di una letteratura a tratti estrema. Non so se capiti a me perché sono l’autrice, ma quando lo rileggo mi vergogno del livello di verità raggiunto. La verità è oscena, non si può dire – si sa – soprattutto a sé stessi.

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