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Emilia Romagna. La religione della cura

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Descrizione

Per chi viene dal mare – da quello vero, avventuroso e tutto sommato ancora azzurro – il miracolo dell’Emilia Romagna per decenni è rimasto un autentico mistero. Come può un luogo praticamente “senza mare” attrarre gente, turisti e viaggiatori principalmente “per il mare”? E all’improvviso, in una torrida estate qualunque, arriva la risposta a questa domanda ingenua e irriverente. 

A metà anni Sessanta, mentre in Italia furoreggiavano boom economico e dolce vita, il mondo si accorge di un posto in cui lo star bene sembra missione e l’affetto condiviso una specie di vocazione minima. È il 1962, anno che riscrive la storia dell’Emilia Romagna (sebbene i primi stabilimenti balneari della costa risalgano al 1876). Da quel momento in poi, il tempo si sarebbe misurato in “Avanti Emilia” e “Post Emilia”. I lidi romagnoli raddoppiano in cinque mesi, l’interno emiliano riceve così tanti ospiti da triplicare – non sarebbe più successo in Italia, eccezion fatta per il turismo religioso – le strutture ricettive. Tutto “senza mare”, inventando una formula dello star bene che in verità non c’è. Nel senso che c’è sempre stata. Una piccola e saggia ricetta che affonda, come sempre in questi casi, nella notte dei tempi. Una ricetta che ha a che fare con la gente, il vero mare per cui tutti vanno in un posto che (sembra) non avere il mare. 

Gli autori: Eliselle, Gianluca Morozzi, Gabriele Dadati, Giampiero Rigosi, Mara Cinquepalmi, Cristiano Cavina, Grazia Verasani, Jacopo Masini, Davide Rondoni, Francesca Mazzucato. Con un ricordo di Tonino Guerra, Luigi Malerba, Gianni Celati, Pier Vittorio Tondelli, Andrea Pazienza, Cesare Zavattini.

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