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La fine dell’acqua

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Descrizione

“Sono solamente lontane / le cose che non sappiamo guardare”. Così canta Atahualpa Yupanqui in una toccante milonga. È la stessa prospettiva di questa raccolta: nel racconto del paesaggio assistiamo a un attraversamento fisico e cognitivo dei luoghi evocati.

Le storie che la compongono hanno come comune denominatore il rapporto tra la Natura e l’uomo, colto nell’attimo dello smarrimento esistenziale. Sono ambientate in contesti marginali di selvatica bellezza, in cui le forme e gli incerti confini del paesaggio fanno da sfondo all’assoluto dei sentimenti. La riproduzione dell’ambiente naturale – montano, ruvido, un Sud isolato e periferico – è interiorizzata, fino ad assumere un valore antropologico.

Ogni storia è declinata come un frammento di paesaggio in cui, al cospetto di una Natura indomabile e attraente, gli uomini si ritrovano a vivere un presente tormentato da una sorta di collettivo senso di colpa. Accertata l’inutilità di dover/poter cambiare le cose, non resta che andare incontro a una visione mistica e simbolica della Natura, cosicché la variegata elaborazione interiore dello spazio diventa approdo, consapevolezza periferica, tensione ecologica. Possibile via di fuga.

Vincenzo Corraro

Vincenzo Corraro vive in Basilicata, sui monti del Pollino, dov’è nato nel 1974. Di recente alcuni suoi racconti sono usciti sulle riviste online CrapulaClub, Nazione Indiana, Zest – Letteratura Sostenibile, Quaerere, Salmace.

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