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Lettere in proverbi

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Descrizione

Le quattro Lettere in proverbi di Blasco de Garay rappresentano una perla della letteratura epistolare sentimentale spagnola del XVI secolo. 

La prima, la terza e la quarta sono lettere d’amore, in cui il discorso è «intriso si proverbi», «costruito a base di proverbi». Le paremie non sono solo una «citazione inserita nel tessuto del discorso»: la parola del personaggio coincide e si esaurisce nel refrán, in una successione di proverbi, «in una catena tanto lunga quanto oscura che costituisce il messaggio stesso della comunicazione». 

L’obiettivo: riconquistare un galán (prima lettera); convincere una dama a accettare la fine di un amore (terza lettera); raccontare le tristi vicissitudini di una avventura amorosa (quarta lettera). In generale si legge una non troppo velata condanna dell’amore carnale e un’esortazione a convertirsi a Dio. L’artificio dei proverbi diventa un mero esperimento letterario funzionale al proposito più elevato di addottrinamento (Ravasini, 2008: 66-67).

La finalità moralizzante è più evidente nella seconda lettera di contenuto religioso: si abbandona l’espediente del «parlare per proverbi» per concentrarsi su pentimento, preghiera, espiazione. 

Antonella Sardelli

Mª Antonella Sardelli si è dottorata presso la Universidad Complutense de Madrid. È Ricercatrice di Lingua e Traduzione - Lingua Spagnola (L-LIN/07) presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Foggia. Impartisce un insegnamento di Mediazione Linguistica Orale (Interpretazione Dialogica) presso la SSML Bona Sforza di Bari. È membro del Gruppo di Ricerca UCM 930235 Fraseología y Paremiología (PAREFRAS). Fa parte del comitato di redazione della rivista Paremia. Coordina la collana FRASEOLOGIA E PAREMIOLOGIA della casa editrice Les Flâneurs. È co-autrice del Refranero multilingüe (lingua italiana). Le sue principali linee di ricerca sono la fraseologia, la paremiologia e la traduzione.  Per Les Flâneurs ha già pubblicato A buon intenditore. Vita ed interculturalità del proverbio (2019) e La volpe con gli stivali e altri racconti di Saturnino Calleja (2022). Ha inoltre tradotto in spagnolo La carica di Balaklava (2020) di Daniele Cellamare per i tipi di ACCI. 

Blasco de Garay

Letterato dalla curiosa personalità dal punto di vista umano e culturale, Blasco de Garay ricevette l’incarico di canonico della Cattedrale di Toledo e fu un ecclesiastico molto apprezzato tra i religiosi del XVI secolo spagnolo. Ha esercitato un’enorme influenza sugli autori dell’epoca.  Sfortunatamente, sono pochi i dati biografici e bibliografici relativi a questo autore. Molte delle informazioni di cui si dispone provengono dai prologhi alle sue edizioni delle opere di Castillejo, Boccaccio e Sannazaro. A Blasco de Garay si attribuisce la traduzione di un’orazione di Erasmo, nota in latino con il titolo Procatio Erasmi Roterdami ad Virginis Filium Jesum Humani generis assertorem, e dell’Arcadia di Sannazaro (1547) e del Filocolo di Boccaccio (1573) in collaborazione con Diego López de Ayala y Diego de Salazar. Tuttavia, Blasco de Garay è passato ai posteri come autore di quattro Cartas en refranes che hanno riscosso grande popolarità all’epoca e di cui sono state realizzate più di venti ristampe non solo come opera autonoma (1527, 1535, 1540, 1541, 1545…) ma anche in opere collettive in cui sono state affiancate al Processo de Cartas (1553) di Juan de Segura, alle Coplas (1564) di Manrique e ai repertori paremiografici di Hernán Núñez e Juan de Mal Lara (1619). A Blasco de Garay si attribuisce anche una  Oracio en alabança: llamada en griego Panegiris: juntamente con el Parabien dado al... señor don Juan Martinez Siliceo, por el arçobispado de Toledo de que ha sido proueydo / Hecha en Latin y Romance por Blasco de Garay (1546).

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